08/02/15
Studio italiano conferma potere antiage della proteina Creb1. Si produce se si assumono meno calorie. Più salute per la gente e anche per il pianeta.
leggi...
"Chi ha paura di sognare
e' destinato a morire"
Bob Marley
 


Bookmark and Share



HOME // NEWS < Back

La catastrofe Maya affascina i ragazzi
Gli studiosi sono scettici. L’astronomo: «La profezia non ha alcun fondamento»
Lo aveva predetto Nostradamus. Poi è stata la volta del famoso ammonimento “Mille e non più mille”. Senza contare le molteplici catastrofi annunciate nel corso dei secoli. Fino all’ultima “minaccia”, l’esperimento al Cern di Ginevra sul Big Bang che, nel settembre scorso, avrebbe dovuto creare un buco nero che avrebbe inghiottito il mondo. Ora, giovani, adulti e anziani si interrogano su un nuovo “giorno X”, il 21 dicembre 2012.

In quella data, secondo il calendario Maya, terminerà l’Età dell’Oro, la quinta era dopo quelle di Acqua, Aria, Fuoco e Terra. E le precedenti epoche, narrano leggende e tradizioni più o meno fondate, sarebbero sempre terminate con cataclismi e sconvolgimenti ambientali.

Fin troppo semplice tirare le conclusioni e fissare una nuova data della fine del mondo, il 21 dicembre 2012, appunto. E poco importa quanto effettivamente sia fondata l’ipotesi. La certezza è che la “profezia Maya” fa discutere a tutti i livelli. Con un’attenzione particolare soprattutto tra i giovani, che a centinaia cliccano i siti Internet che tracciano scenari catastrofici. Pochissimi, per la verità, ammettono di credere davvero a questa scadenza, ma la suggestione resta ed è sufficiente a scatenare il dibattito anche sul Lario.

L’ANTROPOLOGO

«I Maya, come tutti i popoli dell’America Latina, avevano calendari ciclici che terminavano con eventi catastrofici - spiega Francesco Paolo Campione, docente di Antropologia culturale all’Università dell’Insubria – Il ciclo dei Maya, in particolare, prevede, al termine, una rigenerazione completa del mondo con una sorta di diluvio. Si tratta di un’idea legata a una concezione della vita e della natura che si fondava su un precario equilibrio delle cose. Tutto era precario e pervaso da un’energia che tendeva a distruggere. Per questo i Maya avevano l’ossessione del sacrificio umano come fonte di energia per tenere sotto controllo la tendenza alla distruzione del mondo».

I Maya erano poi particolarmente attratti dai calcoli astronomici. «Hanno creato un calendario di una precisione esagerata – sottolinea Campione – Avevano l’ossessione del tempo e questo li ha portati a quantificare anche la paura della fine del mondo. Il 2012 è la fine di un computo. I Maya avevano più calendari e quando si incontravano diversi cicli, allora si prevedevano gravi catastrofi. Nel 2012 ci sarà uno di questi “contatti pericolosissimi”».

LO PSICHIATRA

«Le profezie sulla fine dell’umanità sono un classico della storia dell’uomo – dice Michele Sforza, psichiatra e scrittore – È una questione legata al senso storico di precarietà dell’essere umano sulla Terra, nella vita, soprattutto precarietà nei confronti di un ambiente al quale si è dovuto sempre adattare con difficoltà». Pensare alla fine del mondo, a detta dell’esperto, è un modo per esprimere la nostra paura. «Attribuire una data particolare alla fine dell’umanità - spiega Sforza - è un modo per esorcizzare la paura stabilendo noi la data della fine. È un modo per convincerci di poter prevedere noi il momento della fine, del nostro annichilimento. La paura della morte, che è un fatto individuale, viene spostata sull’idea della morte collettiva».

L’ASTRONOMO

Corrado Lamberti, astronomo lariano, alle presunte profezie preferisce contrapporre le certezze della scienza. «L’ipotesi di un’inversione del campo magnetico terrestre nel 2012 non ha alcun fondamento – precisa – Il campo magnetico terrestre è tenuto sotto controllo stabilmente anno per anno, le eventuali variazioni avvengono nell’ordine delle centinaia di migliaia di anni. Abbiamo la prova che, in passato, il campo si sia invertito, ma questo può avvenire in tempi lunghissimi».

L’esperto smentisce anche l’ipotesi che nel 2012 a determinare la fine dell’umanità possa essere un asteroide. «Tutti gli asteroidi che potrebbero creare problemi sono tenuti sotto controllo costantemente dagli astronomi – dice Lamberti – In particolare ne esiste uno che potrebbe essere pericoloso il 13 aprile 2036. Ora è troppo vicino al Sole per permetterci di fare misure esatte, ma tra 4-5 anni potremo fare calcoli più precisi e sapremo dire con certezza se il passaggio del 13 aprile 2036 sarà o meno pericoloso. Non c’è nessun fondamento nell’ipotesi di una catastrofe prevedibile per il dicembre 2012. I Maya avevano calendari ciclici e ipotizzavano catastrofi alla fine di ogni ciclo, ma è un’idea priva di alcun fondamento».

IL SENSITIVO

Auspica un cambiamento forte per il 2012, ma in positivo, il sensitivo lariano Franco Copes. «Nel 2012, alla fine dell’era del calendario Maya, avverrà un cambiamento vibrazionale. In realtà, i Maya non hanno fatto alcuna profezia: hanno semplicemente indicato una scadenza del calendario. Le profezie sulla fine del mondo sono state fatte dopo da altri. In realtà possiamo sperare per il 2012 in un cambiamento in positivo – continua Copes – in una rivoluzione interiore e di crescita. Chi avrà fatto un percorso interiore fino al 2012 avrà comunque un vantaggio in quel momento. Se l’uomo si distruggerà lo farà da solo e non sarà nel 2012 ma in seguito, e comunque avverrà per le sue stesse colpe».

IL FILOSOFO

Maurizio Migliori, filosofo lariano e docente universitario, preferirebbe non toccare neppure l’argomento. «Credo se ne stia parlando già troppo – dice – Nei secoli sono state previste molteplici tragedie, catastrofi e fini del mondo. Penso sia semplicemente un modo per concretizzare in qualcosa le nostre paure irrazionali. La scadenza del 2012 è una concretizzazione della paura. Tutti hanno particolari angosce, dettate da motivazioni serie, questa profezia fa uscire dal generico e permette di concentrare la paura su qualcosa in particolare».

IL SACERDOTE

Cita semplicemente le Sacre scritture don Agostino Clerici, direttore del “Settimanale della Diocesi”. «Io seguo Gesù e il Vangelo, che dice: “Non saprete né il giorno né l’ora” – commenta il sacerdote - Sarebbe drammatico sapere quando verrà la fine del mondo, il Vangelo dice che nemmeno il Figlio lo può sapere».

IL TESTIMONE DI GEOVA

Marino Nicoli, portavoce dei Testimoni di Geova, precisa di non dare alcun peso alla profezia dei Maya. «È una profezia che non conosciamo – dice – Teniamo fede solo a quanto indicato nelle Sacre scritture, Antico e Nuovo testamento. Non prendiamo in considerazione altre idee».

http://www.corriere dicomo.it/ frm_articoli. cfm?ID=92309



Fai una domanda o inserisci il tuo commento:
Nick:
Testo